Il suono è definito come qualsiasi variazione di pressione che può essere udita dall'orecchio umano. In termini di livello di pressione sonora, i suoni udibili vanno dalla soglia dell'udito a 0 dB alla soglia del dolore, che può superare i 130 dB.
Sebbene un aumento di 3 dB rappresenti un raddoppio della pressione sonora, è necessario un aumento di circa 10 dB prima che il suono appaia soggettivamente due volte più forte. La variazione più piccola che possiamo percepire è di circa 3 dB.
L'intensità soggettiva o percepita di un suono è determinata da diversi fattori complessi. Uno di questi fattori è che l'orecchio umano non è ugualmente sensibile a tutte le frequenze. È più sensibile ai suoni tra i 2 kHz e i 5 kHz, mentre è meno sensibile alle frequenze più alte e più basse.
Questa differenza di sensibilità alle diverse frequenze è più pronunciata agli SPL più bassi che a quelli più alti. Ad esempio, un tono di 50 Hz deve essere 15 dB più alto di un tono di 1 kHz a un livello di 70 dB per dare lo stesso volume soggettivo.
Se un suono è di breve durata, cioè inferiore a un secondo, si parla di suono impulsivo o impulsivo. A causa della breve durata di questi suoni, l'orecchio è meno sensibile nel percepirne l'intensità. È opinione comune che l'intensità percepita di suoni di durata inferiore a 70 millisecondi sia inferiore a quella di suoni di durata superiore con lo stesso livello.
La rete di ponderazione "A" pesa un segnale in modo tale da approssimarsi a un contorno di uguale loudness invertito a bassi SPL, la rete "B" corrisponde a un contorno a medi SPL e la rete "C" a un contorno di uguale loudness ad alti SPL. Oggi la rete di ponderazione "A" è la più utilizzata, poiché le ponderazioni "B" e "C" non hanno una buona correlazione con i test soggettivi. Una delle ragioni di questa mancanza di correlazione è che i contorni di loudness uguali si basavano su esperimenti che utilizzavano toni puri, mentre i suoni più comuni sono in realtà segnali molto complessi.